Wednesday, April 17, 2013

Kaeng Krachan

Prachuap Khiri Khan, April 17th 2013

The good people hosting me in Phetchaburi explained me that to visit the biggest national park of Thailand, Kaeng Krachan, I could catch a bus to the visitor's centre and there I could join one of the organized groups.
After a couple of hours I was indeed at the visitor's centre. Unfortunately there are no organized groups at all and so, without my own 4WD, my only option would be -- they explain -- to catch a ride from some other turists.
So I start walking on the road towards the first park's camp, distant 35 km from there.
After a couple of cars I succeed in making one stop but they only take me to the next crossing, a couple of km ahead. After a few minutes I've started walking again, another car stops. This one is full with a nice family of five. Nobody speaks a single word of English. I name my destination and they make me understand that they don't go there, but rather to another part of the park, a waterfall I remember reading about in the guide. So I make them understand it's fine with me to go there and they make me climb on the best seat, in front, while they compress in the back -- it's a big car.
What I didn't remember from the guide is that this waterfall is around 80 km from where they picked me up. Also, it seems like it's the first time they have ever been there -- they're from Bangkok -- so we get lost one hundred times, but they never lose their bright smiles.
The waterfall, called Pala-U, is not vertical, it's a long business divided in several levels which one reaches by climbing along the river. Thai people conquer mountains with flip-flops. I'm glad I was with my good hiking shoes. I arrived to level 5 -- and I didn't see a way to go any further -- while the happy family waited for me at level 1. This is part of the happy family:

When I came back I had some food and then it was apparently time to go. They asked me where they could bring me, and since they were staying at a hotel close to the visitor's centre where they picked me up, I asked them to bring me back there. To which they replied that they could bring me to first camp, the one at 35 km, which rents out tents. But first -- why not -- a small detour of 10 km to a temple, where the entire family made all the possible rites. I'm not a buddhist but these people would deserve all the grace and good luck their god can share.
The way back is long and it rains a lot so when we are at the visitor's centre I ask them to stop so I can find a room nearby. And true enough, I get a decent room just next door, and some dinner, while the happy family goes their way.
The next morning I wake up extremely early and I start walking again towards the first camp. This time too I get a lift up to the first crossing. Then a second by some monks but only up to their monastery a couple of km ahead. And finally a third one by a Bangkok couple also heading to the same camp. I will realize later how really lucky I was since in the entire journey we made we hardly met any body else.
So after 20 km we reached the proper entrance of the park. The difference is stunning -- we're suddenly surrounded by the forest, cut by a dirt road only good for 4WDs and elephants -- as shown by the several giant bio-masses encountered. Unfortunately we didn't see any actual elephant, but we did see several different types of monkeys, a pair of small deers, many colorful birds, a giant lizard, and some billions butterflies.
I have never ever seen so many butterflies all together -- I couldn't even think of something like that. They were gathered around pools of water on the road, when we passed there at around noon -- in the early morning they were not there. When we passed by the pools they would all suddenly fly around. And along the road we would see columns of them flying together showing us the way or flying just next to us. Most of them quite small, but with a lot of different colors. This is the guy that picked me up in the middle of them:

So in the end the couple brings me to the very far end of the park -- 50 km from where they picked me up. There you're supposed to get down and walk to a waterfall around 5 km away. Unfortunately they were not up to it and they wanted to get back down as soon as possible as they were heading to some hot springs and then back to Bangkok. I decided to follow them back because we saw so few other tourists and I didn't want to get stuck up there. So they brought me back to the visitor's centre where I could get the bus to Phetchaburi.
Back in town I went to get my backpack at the guest house and went looking for the bus to Prachuap Khiri Khan, a town on the coast which is on the way to the southern islands. When I arrived I followed the hint of the guide and walked to a beach a bit far from the town which is very quiet and I could get a cheap and comfortable room, from where I'm writing now.

Prachuap Khiri Khan, 17 Aprile 2013


I miei buoni ospiti in Phetchaburi mi spiegano che per visitare il più grande parco nazionale della Thailandia, Kaeng Krachan, avrei potuto prendere un pullman al centro visitatori, dove avrei potuto unirmi ad una delle visite organizzate.
Dopo un paio d'ore ero infatti al centro visitatori. Sfortunatamente non c'è alcun gruppo organizzato e quindi, senza il mio proprio fuoristrada, la mia unica opzione è -- mi spiegano -- di chiedere un passaggio da qualche altro turista.
Quindi comincio a camminare lungo la strada per il primo campo base del parco, a 35 km da lì.
Dopo un paio di macchine, riesco a farne fermare una ma possono portarmi solo al prossimo incrocio, ad un paio di km di distanza. Dopo un paio di minuti che ricomincio a camminare, un'altra macchina si ferma. Questa è piena con una bella famiglia di cinque persone. Nessuno parla una parola di inglese. Dico la mia destinazione e mi fanno capire che loro non sono diretti lì ma piuttosto verso un'altra parte del parco, una cascata di cui ricordo di aver letto sulla guida. Faccio capire loro che per me la cascata va bene, e mi fanno salire sul posto del passeggero davanti, mentre loro si comprimono sul sedile posteriore -- è una macchina grande.
Quello che non ricordo dalla guida è che la cascata è a circa 80 km da dove mi hanno preso. In aggiunta, sembra che anche loro non siano mai stati lì prima -- sono di Bangkok -- e quindi ci perdiamo un centinaio di volte, ma loro non perdono mai i loro sfavillanti sorrisi.
La cascata, Pala-U, non è verticale, ma è una lunga storia divisa in tanti livelli che bisogna raggiungere scalando lungo il fiume. I thailandesi conquistano montagne con i sandaletti. Io sono contento d'aver portato le scarpe buone da montagna. Arrivo al livello 5 -- e non riesco a trovare una strada per andare oltre -- mentre l'allegra famiglia mi aspetta al livello 1. Sopra potete vedere parte dell'allegra famiglia.
Torno indietro e mangio qualcosa, e si è apparentemente fatta l'ora di andare. Mi chiedono dove voglio che mi portino. Poiché alloggiano in un hotel vicino al centro visitatori dove mi hanno preso, chiedo che mi riportino lì. Al che rispondono che mi possono portare al campo base, quello a 35 km, che affitta tende. Ma prima -- perché no -- un piccolo detour di 10 km per un tempio, dove l'intera famiglia rende omaggio in tutti i possibili riti. Non sono buddista ma persone come queste hanno diritto a tutta la grazia e buona fortuna che il loro dio può donare.
La strada del ritorno è lunga e piove in modo torrenziale, quindi quando siamo vicino al centro visitatori chiedo loro di fermarsi così che possa cercare una stanza nei dintorni. E infatti trovo una stanza decente e una cena giusto a pochi passi, mentre l'allegra famiglia va per la propria strada.
La mattina successiva mi sveglio prestissimo e comincio a camminare di nuovo verso il campo base. Anche stavolta trovo un passaggio per il primo incrocio. Poi un secondo da parte di alcuni monaci ma solo per il loro monastero un paio di km più avanti. E infine un terzo da una coppia di Bangkok che è diretta allo stesso campo. Più tardi realizzerò quanto sono stato veramente fortunato visto che nell'intero viaggio che abbiamo fatto non abbiamo incontrato praticamente nessuno.
Così dopo 20 km raggiungiamo l'entrata vera e propria del parco. La differenza è incredibile: siamo improvvisamente circondati dalla foresta, tagliata da una strada in terra buona solo per fuoristrada ed elefanti -- come mostrato dalle tante bio-masse incontrate. Sfortunatamente non incontriamo nessun elefante in carne ed ossa, ma vediamo diversi tipi di scimmie, una coppia di piccoli cervi, parecchi uccelli coloratissimi, una lucertola gigante, e qualche miliardo di farfalle.
Non ho mai in vita mia visto così tante farfalle insieme -- non pensavo nemmeno che una cosa così fosse possibile. Sono raggruppate intorno a delle pozze d'acqua lungo la strada, sotto il sole del mezzogiorno -- la mattina presto siamo passati lì e non c'erano. Quando la macchina passa vicino le pozze, le farfalle improvvisamente prendono il volo tutte insieme. E lungo la strada ovunque colonne di farfalle che volano insieme, mostrandoci il percorso o accompagnandoci nel viaggio. La maggior parte piuttosto piccole, ma parecchi colori diversi. Sopra una foto del tizio che mi ha offerto il passaggio in mezzo alle farfalle.
Insomma alla fine la coppia mi porta alla fine del percorso dentro il parco -- 50 km da dove m'hanno preso. Arrivati lì si dovrebbe continuare a piedi verso una cascata a circa 5 km di distanza in mezzo alla foresta. Purtroppo loro non sono inclini e vogliono tornare giù prima possibile per poi dirigersi a una non specificata sorgente d'acqua calda e poi a Bangkok. Mi tocca seguirli e tornare indietro perché abbiamo visto così pochi turisti che non voglio rischiare di rimanere lì. Insomma mi riportano al centro visitatori da dove riparto col pullman per Phetchaburi.
Tornato in città recupero il mio zaino dalla pensione e vado a cercare il pullman per Prachuap Khiri Khan, una città sulla costa lungo la strada per le isole meridionali. Arrivato lì seguo i consigli della guida e cammino verso una tranquilla spiaggia un po' fuori dalla cittadina, dove trovo una stanza economica e confortevole, da cui sto scrivendo ora.










2 comments:

  1. terribile eh il doppio idioma nei post! :p figata compare!

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  2. Ma la mamma non ti ha insegnato che non si accettano i passaggi dagli sconosciuti? :)
    ps: le farfalle sono spettacolari!

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